La pizza marinara è grande, esce dal piatto ed è a forma di ruota di carro nella più classica delle interpretazioni tradizionali napoletane. Un rispetto per la tradizione che però è tale da elevarla, sfociando in un amore quasi ossessivo per le materie prime e per un rapporto il più intimo possibile coi produttori. A partire dal grano usato per la farina, tutto proveniente dal sud Italia, fino ad arrivare ai pomodori biologici di Casa Marrazzo, all’olio evo DOP Irpinia Fam, all’aglio dell’ufita e all’origano selvatico. L’olio messo a crudo esalta il sapore pungente e ammaliante del pomodoro grazie alle sue note erbose; i grandi pezzi di aglio, dalle striature verdi e dal sapore forte e di campagna, insieme all’origano e al basilico, ci portano in mezzo alla natura, su un tavolo immerso nel verde a mangiare una pizza i cui ingredienti sono stati appena colti o prodotti dalle nostre stesse mani. Un’esperienza immersiva nella campagna irpina, nella campagna italiana: un inno alla natura, al nostro paese, perfettamente steso su un impasto ottimo, sottilissimo, che solo raramente si perde in oscure bruciature che per qualche secondo rovinano un’esperienza ammaliante – ma allo stesso tempo ci ricordano dell’imperfezione del creato. L’ultimo piacere: fare la scarpetta dell’olio con il pezzo di cornicione rimasto; un connubio tanto magico quanto peccaminoso che conclude una pizza unica, biologica, naturale e verde come è raro trovarne. Forse non è, alla fine dei conti, la migliore pizza marinara d’Italia, ma poco ci manca.

Di sicuro 50 Kalò è tra le pizzerie più innovative e allo stesso tempo coraggiose nel farci uscire dalla città, alla ricerca di stelle da rivedere e riassaporare nella loro lucentezza paradisiaca.