La pizzeria Caputo è una delle più centrali a Milano, almeno tra quelle che propongono una pizza marinara di qualità. Si trova infatti a pochi passi dal Duomo, tra via Torino e via Mazzini. Il locale è piuttosto normale, e senza troppa personalità. Sicuramente adatto ai turisti, più per la posizione che per altro, ma lontano dalla vivacità e unicità di altre pizzerie.
La marinara di Caputo la potremmo definire bipolare. Da una parte, è una pizza completamente normale, senza infamia e senza lode. Dall’altra, presenta degli elementi singolari piuttosto bizzarri, che però le fanno fare un salto indietro piuttosto che in avanti. Ma andiamo con calma, e partiamo dal pomodoro. Si tratta del classico pomodoro San Marzano e non c’è che dire, ha un sapore ottimo, dolce e appagante. Il connubio con l’origano di montagna, in particolare, qui funziona alla perfezione. Molto buona anche la base, morbida e sottile ma abbastanza solida per contenere il pomodoro. Anche il cornicione è molto morbido ma poco interessante a livello di sapore, e quindi finisce per stancare facilmente e farmi quasi empatizzare con chi lascia il cornicione nel piatti. Quasi. Ho detto elementi singolari prima, e l’uso di questa parola nasconde ragionamenti più complessi di quanto ci si aspetti. Ne descrive sia le caratteristiche generali che quelle quantitative. Si tratta di elementi singoli, e che in questa loro singolarità trovano una singolarità che li rende, strani, unici e inaspettati. Si trovano al centro della pizza, e ha senso prenderli singolarmente, uno per uno. Prima di tutto, c’è un pomodoro messo a crudo e tagliato in due. Perché? Non è dato saperlo, ma il risultato è quello di una ridondanza di sapori inutile. Anche l’aglio è in un pezzo unico, tagliuzzato malamente e messo al centro della pizza. Infine, una singola foglia di basilico si unisce agli altri due elementi a formare un goffo tricolore. Possibile che l’idea di base fosse proprio quella? Altre spiegazioni non ce ne sono. Se la foglia di basilico dona una leggera freschezza – comunque oscurata dal fantastico pomodoro – a una singola fetta, non cambia davvero il gioco di sapori della pizza nella sua interezza. L’aglio, poi, messo in un pezzo singolo, non aggiunge poi molto alla pizza in generale, a meno di non rovinarsi interamente il palato mangiandolo in un sol boccone. Insomma, quella che sarebbe potuta essere una pizza mediamente buona, pur senza fare urlare al miracolo, perde di serietà e diventa un esercizio estetico e non culinario, forse a sfondo patriottico forse no. Peccato.