Dry

La marinara è piccolissima, con un cornicione stretto ma spesso, come una pizza contemporanea elegante e in miniatura. Il buio del locale, che fa l’occhiolino più alla vita notturna che alla tradizione, non permette di gustarsi con gli occhi il rosso del pomodoro, ma emerge senz’altro la quantità spaventosa di basilico, che copre la piccola pizza. Buonissima la base, leggermente spessa e dalla morbidezza commovente. Questa morbidezza la ritroviamo anche nel cornicione, che però resta un po’ anonimo a livello di gusto, con qualche stonatura amara. In realtà, il cornicione è salvato da un ottimo e copioso olio all’aglio. La qualità degli ingredienti ci fa capire perché questa pizzeria sia così amata dai critici: il pomodoro ha un gusto ottimo insieme all’origano, e il basilico dona una freschezza veramente notevole, anche se piuttosto coprente. Il problema è un altro. Una pizza di questo tipo, piccola e con una grande cura per gli ingredienti, mal si sposa con l’elemento popolare che contraddistingue la marinara, ed è forse più adatta a pizze ricche di ingredienti. Qui rimangono la freschezza, la morbidezza e poco altro. Insomma, la marinara di Dry, seppur di ottima qualità, finisce per essere poco significativa. Il prezzo è abbastanza alto, 8€, soprattutto per le dimensioni della pizza. Ma poteva andare peggio: pensate che la marinara è la seconda cosa più economica del menù, più di tutte le birre, di tutti i cocktail, di tutti gli antipasti. A batterla solo una focaccia col rosmarino, che costa 2€ in meno.