La pizzeria O’ Sole Mio a Seveso si trova nella parte più vecchia del comune brianzolo, famoso tra le altre cose per il suo essere una sorta di “Hiroshima italiana”, citando l’anime “Inochi No Chikyuu – Dioxin No Natsu” ambientato proprio nella cittadina lombarda. Già il nome del locale ci fa immaginare quello che troveremo: gigantografie del golfo di Napoli, un uovo di pasqua – il periodo era quello – della squadra calcistica che più tardi quel mese avrebbe vinto lo scudetto, e così via. Decente il servizio, ma sono da rivedere sia il poco spazio tra i tavoli sia la velocità nel portare le pizze.
La marinara di ‘O Sole Mio è molto bella esteticamente. Rotonda, dal cornicione alto e soffice (e per nulla bruciato), fa quasi l’occhiolino a certe pizze contemporanee. Dalla sua, però, ha una grandezza che la riporta a una tradizionalità che ogni tanto ci manca. L’impasto è il suo punto forte. È morbido, elastico e sottile alla base. Se da una parte il suo sapore non risalta particolarmente, dall’altra la consistenza è veramente favolosa. La mancanza di amare bruciature, poi, è un altro ottimo punto a suo favore. Gli stessi elogi non si possono fare al pomodoro, che ha un sapore fin troppo standard, tendente all’acido e all’amaro quando incontra origano e aglio. Aglio, che a dir la verità, sarebbe anche impeccabile a livello gustativo. La troppa quantità, però, va a coprire il magico oro rosso che dovrebbe essere protagonista. Lo stesso si può dire del basilico: ottimo il sapore, ma eccessivamente coprente. La sua freschezza oscura troppe altre note che potenzialmente avrebbero reso questa pizza migliore. C’è però una cosa, oltre all’impasto, che salva questa pizza dall’oblio: l’olio. Il cornicione, il pomodoro e tutto il resto sono imbevuti in un olio dal sapore forte e avvolgente. È una pizza unta e piaciona, uno schiaffo in faccia dato da mani bagnate di EVO. Insieme alla sua grandezza e all’ottimo impasto, questa untuosità la rende una marinara assolutamente goduriosa, e la qualità non eccelsa delle materie prime finisce per andare in secondo piano. Chi cerca una pizza gourmet può andare altrove, chi ha fame invece deve fermarsi qui, senza paura della diossina ormai sepolta.