Troppo Napoletani

Desio (MB)

Troppo Napoletani ha ben quattro sedi sparse tra la Brianza e l’hinterland milanese. A Desio si trova nel centro storico, o in quello che rimane di esso in questa città brianzola deturpata dall’architettura del dopoguerra. La posizione in effetti non è affatto male, accanto a un grande parco e situata in un vicoletto che cerca di rievocare in modo insistente ma non fastidioso la napoletanità del luogo. La stessa atmosfera la si ritrova all’ingresso, dove una decina di sciarpe del Napoli, musica napoletana e ritratti di persone che hanno fatto la storia della città accolgono l’affamato cliente. Simpatiche e convincenti le cameriere, e pizze che sono arrivate in meno di cinque minuti.

Pizza marinara da Troppo Napoletani a Desio

Visivamente, la marinara si presenta alla grande, pur nella sua grande semplicitĂ . Un cornicione abbastanza alto e spesso – un misto tra contemporanea e tradizionale – si staglia su un mare rosso accecante di pomodoro solcato da rare navi arrugginite di basilico. Purtroppo però non è tutto oro quello che luccica. Il cornicione che sembrava incantevole si rivela essere molto poco alveolato all’interno e di conseguenza pesante e di una morbidezza che sfiora il gommoso. Rimane anche piuttosto asciutto, farinoso e dal sapore molto poco goloso, ricordando piĂą un pezzo di pane che una pizza. Non finisce qui: pomodoro e aglio vivono una relazione turbolenta fatta di alti e bassi, urla e litigi, un mare in tempesta che raramente si placa dando origine a un connubio godibile. L’aglio, quando c’è, è troppo forte e silenzia il pomodoro; quando invece è il pomodoro ad avere la meglio emerge un sapore tra il troppo dolce e il troppo acido che a volte raggiunge deprecabili vette di fastidio.  Fresco, a volte troppo, il basilico, mentre l’origano non lascia nessuna impronta su questa pizza. Sicuramente i problemi sono molti, a partire dalla qualitĂ  delle materie prime fino ad arrivare alla lievitazione. La pizza finisce per essere fin troppo normale e dimenticabile. Sufficente, per caritĂ , anche grazie all’ottimo prezzo – 4 euro – ma sicuramente le condizioni per fare meglio c’erano tutte.